sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

tusciaweb.eu, 15 settembre 2023

Riceviamo e pubblichiamo la versione integrale della risposta della direzione della Casa circondariale di Viterbo all’articolo: “Qui è un gulag staliniano”, il grido dei detenuti di Mammagialla finisce sul Dubbio.

Con riferimento ai fatti riportati nell’articolo in oggetto a firma Damiano Aliprandi ed in ottemperanza a quanto previsto dalla normativa vigente in tema di stampa, si chiede di pubblicare le seguenti precisazioni.

Il detenuto cui si fa riferimento nella prima parte dell’articolo, è stato ricoverato presso il reparto di medicina protetta nei mesi di maggio e luglio dove ha eseguito tutti gli esami previsti i cui risultati hanno dato esito negativo. Il 7 settembre scorso ha rifiutato di essere condotto in infermeria pretendendo di essere trasferito direttamente in Ospedale senza la necessaria preventiva valutazione medica.

Il decesso avvenuto in data 10 settembre ha riguardato un detenuto, assolutamente estraneo alla protesta messa in atto poco prima in un’altra sezione dell’istituto, che dall’atto del suo ingresso (settembre 2022) non aveva mai manifestato problematiche sanitarie ad eccezione di un diabete trattato farmacologicamente, per il controllo del quale in data 25/7 u.s. era stata fissata visita specialistica di controllo rifiutata dallo stesso.

Quanto all’altro episodio riportato e relativo al detenuto deceduto “nonostante avesse pochi mesi di pena residua e non fosse quindi socialmente pericoloso”, si precisa che il predetto aveva fatto ingresso in questa struttura in data 30/6/23, a seguito di aggravamento della misura degli arresti domiciliari, ed essendo portatore di patologia vascolare era stato sin da subito ubicato in infermeria sino al 5/7/23, data del suo ricovero presso il locale ospedale dove in pari data è stato raggiunto dal provvedimento di differimento pena concesso dal magistrato di sorveglianza.

Con riferimento alle “troppe morti” che si sarebbero verificate in questo istituto, si precisa che l’ultimo suicidio risale all’anno 2018 e che dal novembre 2020 ad oggi, periodo di direzione dell’istituto da parte della scrivente, ci sono stati 4 decessi per cause naturali.

Su un piano più generale del diritto alla salute, è doveroso evidenziare lo sforzo congiunto di questa direzione e dell’azienda sanitaria locale per migliorare gli standard qualitativi attraverso misure specifiche: l’attivazione dei servizi di telemedicina per le branche di cardiologia e radiologia - sono in corso i lavori di estensione alle altre branche -, incontri mensili del tavolo paritetico permanente, con la presenza del Garante regionale, per l’esame delle problematiche e la individuazione di soluzioni condivise, la messa in atto di tutte le misure previste dal protocollo locale per la prevenzione del rischio suicidario, le riunioni quindicinali finalizzate alla individuazione delle priorità e delle prese in carico dei detenuti dal punto di vista socio-sanitario, gli incontri periodici sul tema della educazione alla salute destinati alla popolazione detenuta - come quello svoltosi nel mese di maggio ad oggetto il programma di screening per la diagnosi dell’epatite C cui hanno aderito oltre 350 detenuti - .

È opportuno inoltre fare rilevare che le difficoltà di reperimento del personale medico sono relative a gran parte degli istituti penali e non specifiche di questa sede. Con riferimento, poi, alle condizioni detentive è doveroso citare solo alcuni degli interventi che la scrivente ha messo in atto in questi ultimi due anni per il miglioramento del benessere dei detenuti: la manutenzione straordinaria dell’impianto di riscaldamento di tutto l’istituto, la installazione nelle camere di socialità di termo-ventilconvettori, l’adeguamento dell’impianto elettrico propedeutico all’utilizzo dei ventilatori, concesso nei mesi scorsi, la installazione di cabine telefoniche in tutte le sezioni dell’istituto finalizzate al miglioramento delle relazioni familiari, la installazione di 6 congelatori in altrettante sezioni, la installazione di distributori automatici di bevande e snack all’interno delle aree verdi destinate ai colloqui.

Da ultimo, segnatamente le affermazioni dell’avv. Paolo Labbate, corre l’obbligo di precisare che, contattato personalmente dalla scrivente in data 11/9/23, lo stesso ha riferito che in data 8 settembre è stato presente in istituto per incontrare due detenuti diversi ed estranei alla protesta, effettuando con gli stessi regolare colloquio. Il direttore, Anna Maria Dello Preite

Pubblichiamo integralmente le precisazioni inviateci dal direttore della casa circondariale di Viterbo Anna Maria Dello Preite, in relazione all’articolo a firma Damiano Aliprandi apparso sul quotidiano Il Dubbio in data 12 settembre e da noi ripreso, solo in parte, citando la fonte.

Ci teniamo a sottolineare che alcune puntualizzazioni da parte della direzione del carcere, sono relative a episodi e denunce che non appaiono nell’articolo di Tusciaweb dal titolo “Qui è un gulag staliniano”, il grido dei detenuti di Mammagialla finisce sul Dubbio. Quali: la morte di un altro “detenuto deceduto nonostante avesse pochi mesi di pena residua e non fosse quindi socialmente pericoloso”, le “troppe morti che si sarebbero verificate in questo istituto” e le affermazioni dell’avvocato Paolo Labbate. Sarebbe opportuno nell’inviare precisazioni che l’articolo in questione venisse prima letto.