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di Valeria Terranova

Corriere di Viterbo, 21 dicembre 2023

Morte di Hassan Sharaf, ieri davanti al gup Savina Poli l’arringa della difesa dell’ex direttore del carcere di Mammagialla Pierpaolo D’Andria, che deve rispondere di omicidio colposo e di omissione di atti d’ufficio. Solo quest’ultimo reato viene contestato anche a Daniele Bologna e Luca Floris, rispettivamente comandante della polizia penitenziaria e agente capo matricola.

Udienza fiume - Per il terzetto di imputati, a giudizio con rito abbreviato, lo scorso 16 novembre il procuratore generale Tonino Di Bona aveva chiesto la condanna a 8 mesi ciascuno per Bologna e Floris e un anno di reclusione per l’allora direttore Pierpaolo d’Andria. Due settimane fa si è tenuta presso l’aula 7 del palazzo di giustizia l’udienza che è stata riservata alle arringhe difensive degli avvocati Giuliano Migliorati e Luca Chiodi, i quali rappresentano Daniele Bologna Luca Floris. Ieri invece è toccato all’avvocato Marco Russo che difende l’ex direttore del carcere di Mammagialla Pierpaolo D’Andria. La seduta fiume dedicata alla discussione del legale di D’Andria è andata avanti da metà mattinata fino al tardo pomeriggio.

Tra meno di un mese si procederà invece con il rito ordinario per gli altri tre imputati, che sono Roberto Monarca, responsabile del padiglione di medicina protetta, Elena Niniashvili, medico nello stesso reparto diretto da Monarca, e Massimo Riccio, assistente capo coordinatore della polizia penitenziaria, responsabile del padiglione di isolamento, i quali sono assistiti dagli avvocati Giuliano Migliorati, Fausto Barili e Mario Brizi, che discuteranno l’11 gennaio. Parti civili in entrambi i procedimenti con gli avvocati Giacomo Barelli e Michele Andreano, i parenti del detenuto egiziano di 21 anni, deceduto all’ospedale di Belcolle il 30 luglio 2018, una settimana dopo aver tentato il suicidio, mentre era rinchiuso nella cella di isolamento del penitenziario.