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viterbotoday.it, 6 luglio 2023

Procuratore capo e pm di Viterbo davanti al gup per non aver indagato sulle presunte violenze denunciate da alcuni detenuti. La procura di Perugia ha chiesto il proscioglimento per il procuratore capo di Viterbo Paolo Auriemma e la pm Eliana Dolce, finiti davanti al giudice per l’udienza preliminare per rifiuto di atti d’ufficio per non aver indagato, secondo l’accusa, in maniera approfondita su presunti pestaggi subiti da alcuni detenuti nel carcere di Mammagialla.

Violenze denunciate in un esposto del Garante dei detenuti del Lazio presentato l’8 giugno 2018. Il procedimento, secondo la ricostruzione dell’accusa, è stato iscritto dai magistrati solo il primo agosto del 2018 “nel registro modello 45 (fatti non costituenti notizia di reato) nonostante dallo stesso emergessero specifiche notizie di reato”.

Davanti al gup la procura di Perugia ha chiesto il non luogo a procedere per Auriemma e Dolce, ricalcando la richiesta di archiviazione già presentata in fase di indagine preliminare ma negata dal giudice. In udienza era presente anche l’avvocatura dello stato. Sono state ammesse come parti civili la presidenza del consiglio dei ministri, il ministero della Giustizia, il Garante dei detenuti del Lazio e i familiari di Hassan Sharaf, detenuto egiziano che nel luglio del 2018 è morto all’ospedale di Belcolle dopo una settimana di agonia dopo essere stato trovato nella cella del carcere con una corda artigianale ricavata da un asciugamano attorno al collo.

Da palazzo Chigi e ministero della Giustizia è la richiesta di un maxi risarcimento danni per un milione 400mila euro, complessivi. L’avvocato Michele Andreano, che rappresenta la famiglia di Hassan Sharaf, ha invece chiesto il rinvio a giudizio di Auriemma e Dolce. Mentre il difensore dei magistrati, Filippo Dinacci, ha chiesto il proscioglimento. Dopo la discussione delle parti, l’udienza è stata rinviata al 18 ottobre per eventuali repliche e la decisione del giudice.