di Ilenia Pistolesi
La Nazione, 3 febbraio 2023
La direttrice Maria Grazia Giampiccolo: “Qui interlocutori e compagni di viaggio attenti al nostro lavoro”. Nessuna vita è vuota a perdere. Il criminale riabilitato, dati alla mano, ha l’80% di probabilità di annientare la recidiva del reato. Anche nel più duro degli orizzonti, e nel più spietato inferno che la pena infligge. A Volterra la rivoluzione copernicana del castigo si trasla nel’encomio partorito all’inaugurazione dell’anno giudiziario a Firenze dove, scripta manent, i report sull’attività degli uffici requirenti del distretto di Firenze forniscono l’ultima istantanea dalla Fortezza. Un carcere-modello a livello toscano per la costellazione di progetti di trattamento e reinserimento. La relazione cita in particolare ‘Le Cene Galeotte’ e l’ultra trentennale esperienza teatrale della Compagnia della Fortezza.
“Aspetti positivi del territorio toscano sono rappresentati dalla Casa di reclusione di Volterra, lodevole esempio di sinergia tra amministrazione penitenziaria e enti territoriali che fa del carcere, che pure presenta anch’esso rilevanti problemi di natura edilizia, una struttura viva del sul territorio e non un’area separata - si legge nel report sull’attività degli Uffici requirenti del Distretto di Firenze - in particolare offrendo ai detenuti continue e rinnovate occasioni di inserimento esterno: un elevato numero di programmi di trattamento insieme ai corsi scolastici di vario indirizzo superiore, al progetto ‘Cene galeotte’, e all’oramai nota a livello internazionale attività teatrale condotta dall’associazione Carte Bianche. Si segnala anche il progetto che prevede visite alla Torre della Fortezza con l’assunzione di 2 detenuti da parte della cooperativa ‘La Torre’ e anche quello relativo all’Orto urbano’ della Fortezza Medicea con 12 detenuti impiegati”.
Maria Grazia Giampiccolo, direttrice del carcere di Volterra, arriva un altro e alto riconoscimento a una struttura carceraria dove la detenzione punta alla riabilitazione...
“Siamo veramente felici. Qui ci sono progetti portati avanti da anni arricchiti dall’offerta scolastica, basti pensare al corso alberghiero. Al suo avvio, fu il primo in Italia di tipo misto, con studenti interni e esterni. È la soddisfazione di aver creato una sinergia con la città e percorsi individuali con i detenuti, ossia attenzione, ascolto e volontà nel risolvere i problemi del singolo”.
Quali sono i punti di forza del carcere?
“La città, Volterra: abbiamo trovato interlocutori e compagni di viaggio attenti al nostro lavoro e il personale carcerario, che porta avanti in maniera straordinaria i progetti”.
Qual è la giornata tipo di un detenuto?
“La mattina è dedicata alle attività lavorative, il pomeriggio alla scuola o a altri laboratori realizzati all’interno del carcere”.
Le Cene Galeotte rappresentano una delle grandi chance di reinserimento nel lavoro: da inizio progetto, quanti sono i detenuti che hanno trovato un impiego nel mondo della ristorazione?
“Una quarantina. Le ‘Cene’ sono un progetto che ha una grandissima rilevanza e che ha preso ancor più forza con l’avvio del corso alberghiero in carcere”.