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di Ilenia Pistolesi

La Nazione, 2 luglio 2022

Le porte del carcere di Volterra tornano a spalancarsi al pubblico dopo due anni e mezzo per la ‘Colazione Galeotta’, iniziativa che si muove nel solco delle ‘Cene Galeotte’ interrotte per lo tsunami pandemico e che torneranno dal prossimo 5 agosto, per poi ripartire con la classica cena natalizia nella ex chiesa dell’istituto di pena.

Un momento di incontro e socialità che porta la firma di Unicoop Firenze e che ieri ha visto 30 detenuti coinvolti nella preparazione del primo pasto della giornata, fra delizie all’italiana, portate esotiche, proteiche o melting pot, con la rivisitazione a cura della chef Luisanna Messeri (assente per motivi personali), sostituita in cucina dallo chef Alessandro Miotto.

Sono 160 i commensali che i detenuti hanno messo a tavola per la colazione nel giardino della Fortezza, all’ombra del maestoso Maschio: un’impronta di rinascita in un carcere divenuto simbolo per la capacità di integrazione, di creare forti legami con il mondo esterno e per gli importanti percorsi rieducativi adottati.

Ne è testimonianza il fatto che alcuni locali della città si stanno rivolgendo al carcere per le professionalità raggiunte dai detenuti come chef o camerieri, grazie alle Cene e all’istituto alberghiero presente da anni nella struttura penitenziaria, con l’obiettivo di impiegarli durante la stagione turistica, data la generale mancanza di personale che stanno vivendo un po’ ovunque alcuni ristoranti.

La ‘Colazione Galeotta’ rappresenta quindi un importante momento di integrazione che rivitalizza la cifra distintiva della Fortezza Medicea, istituto dove l’elemento della cultura sociale e l’obiettivo di un reinserimento sono l’architrave fondante. Antonio ha 36 anni, è detenuto a Volterra e fa parte dello staff delle Cene Galeotte. “Rivedere persone esterne qua dentro è un’emozione indescrivibile - racconta - in questi due anni abbiamo avvertito un vuoto enorme, quasi incolmabile”.

Ecco Giovanni, 34enne cameriere alle Cene Galeotte, da 5 anni nel carcere volterrano, pronto a servire tramezzini e pancake agli ospiti. “Stiamo vivendo una giornata che non si vedeva da anni, sembra quasi di non essere dentro a un istituto penitenziario”. Francesco di anni ne ha 46 e nella Fortezza di Volterra è riuscito a diplomarsi cuoco all’istituto alberghiero.

“Avverto una sensazione molto forte, come se dopo due anni stessimo davvero tornando a quella normalità che vivevamo prima del Covid, con la possibilità di vedere persone, rimettendoci con gioia a cucinare e a servire pietanze per loro. Non avevo mai fatto il cuoco ma in carcere ho imparato un mestiere, ho preso il diploma e vedo una strada di fronte a me, anche se sarà un cammino lungo”.