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di Lorenza Cerbini

Corriere della Sera, 20 aprile 2022

Il regista Armando Punzo presenta l’ultima versione di Naturae, frutto dell’ormai storica collaborazione con la Compagnia della Fortezza, iniziata nel carcere nel 1988.

Sedie e panchine sono state rimosse per trasformare la piccola chiesetta sotterranea del carcere di Volterra in palcoscenico. Il nevischio e il freddo pungente avrebbero messo a rischio la performance degli attori della Compagnia della Fortezza prevista nel cortile all’aperto del carcere stesso. “Portare il materiale dal magazzino della “torre del maschio” fino lì sotto è stato impegnativo”, dice Armando Punzo, il regista che dal 1988 lavora con i detenuti. Il materiale in questione sono teli bianchi da stendere come copertura sul pavimento, sfere, candelabri, lance e dei grandi parallelepipedi in legno, “quaderni a quadretti, fogli da disegno dove i personaggi si confrontano”, dice Punzo. Quaderni di righe e spazi vuoti. Corniciano i volti, separano, diventano le macchine per una scenografia in continuo movimento e su quelle pagine viene scritta la storia di Naturae. “Replica numero sedici. Riscrittura di un lavoro iniziato un anno fa e che, nella sua forma definitiva, presenteremo in estate”, dice Punzo.

Una tappa di uno spettacolo che gli attori svolgono a memoria. L’evento è sacrale. Sull’altare il protagonista, l’uomo immobile legato alle catene. Sul presbiterio gli officinanti, i musicisti della band di Vinicio Capossela. E il cantautore irpino detta il ritmo. “Tutto si muove, ma niente si muove davvero/E i giorni passano e gli anni e le nozze col velo/Raschia la linea degli occhi l’inganno del telo” (da Le Pleiadi). “Quindici uomini, quindici uomini e quaranta teste di porco/Per gli anni che tu hai preso nell’assedio/Per gli anni tuoi che avanzano nel sole” (da Brucia Troia). “Le marionette marciano strette/Dentro la notte tornan per noi/Suona Rosamunda/Suona che mi piaci” (da Rosamunda). Rewind di 24 ore. Capossela entra nel carcere di Volterra ed è la sua prima volta. Ad attenderlo 70 uomini o qualcosa di più, gli attori della compagnia, tutte storie diverse e un punto di riferimento: Punzo. “Lavoriamo insieme tutti i giorni. Alcuni di loro hanno letto tutte le 33 opere di Skakespeare. E le poesie”.

Un atto unico e irripetibile - Liriche e testi fluiscono in una scaletta senza prove. La performance finale è un atto unico, irripetibile. Mancano i riflessi del sole nella chiesetta sotterranea. In scena entrano 45 attori in costume. C’è il bianco della purezza, il rosso della lotta (e della violenza), il nero del mistero, dell’opposizione, della protesta. La performance apre un percorso inesplorato. Non un concerto portato dentro ad un penitenziario, ma un progetto in divenire. “Lavoriamo a Naturae da otto anni - dice Punzo -. Siamo partiti da Shakespeare che ci ha consegnato uomini tanto simili a noi, sembra non si possano salvare, condannati al non cambiamento. Un aspetto negativo superato con Borges e i suoi personaggi su cui non ci si può immedesimare. Obbliga a riflettere, a prendere appunti, a studiare i suoi riferimenti. Poi si arriva a Naturae, un uomo con possibilità che devono emergere, ci sono qualità straordinarie in noi”.

Manca ancora un ultimo capitolo a questo lavoro della Compagnia della Fortezza. “Nella biblioteca del carcere abbiamo tanti autori che stiamo studiando. Abbiamo letto “Il verbo degli uccelli”. L’upupa convince ad intraprendere un viaggio attraverso sette valli alla ricerca del Simurgh. Partono in centomila e arrivano in trenta e alla meta scoprono un lago dove si specchiano. Il viaggio è un invito a cercare se stessi. Il viaggio è scoperta e risposta senza pretesti”. Un musical di 90 minuti, il tempo di una partita giocata sul filo della partecipazione e per Capossela è standing ovation. Per Volterra22 invece, l’inizio di un percorso che attraverso 300 progetti siestenderà lungo tutto l’anno (www.volterra22.it per il programma dettagliato). Eletta prima città toscana della cultura (sulla base del dossier di candidatura a Capitale italiana della cultura 2022), questa cittadina di origine etrusca, votata all’alabastro e al sale, trasparente e saporita, esplora il tema della “ri-generazione umana” nella forma della libertà negata, della pazzia, dell’innovazione, del racconto storico e del territorio.

“A spasso nello spazio e nel tempo” - Oggi, il penitenziario cittadino vive nella città e con la città. “Il teatro è la massima espressione delle potenzialità. Quanto siamo prigionieri noi uomini? Siamo capaci di essere liberi? Di immaginarci diversamente, anche in un luogo più chiuso?”, domanda Punzo. “Le possibilità del dialogo dell’arte non hanno limiti - dice Capossela -. Armando e la sua compagnia usano testi che amo moltissimo, tratti anche dalle opere di Borges e Genet. Siamo andati a spasso nello spazio e nel tempo, un’ora e mezza di spettacolo senza nessuna fatica, bellissima fluidità nella narrazione delle storie, dimenticando il luogo dove si è”. L’appuntamento con la Compagnia della Fortezza e Naturae è per ottobre a Milano. In estate alcuni intermezzi al Teatro Romano di Volterra (21 luglio), anfiteatro Triangolo Verdi di Peccioli (24 luglio), Le saline nello stabilimento progettato da Nervi (31 luglio) e infine nella centrale Enel di Larderello (4 agosto). L’invito è a ri-pensare l’uomo per cambiare, senza pretesti, il corso delle cose.