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di Gianna Fregonara

Corriere della Sera, 4 dicembre 2023

Il progetto della Comunità di Sant’Egidio che intercetta migliaia di studenti che hanno abbandonato. Come rimuovere gli ostacoli. Il libro e il convegno a Roma. Ci vuole coraggio a intitolare un progetto contro la dispersione scolastica “W la scuola”. Ma la comunità di Sant’Egidio l’ha fatto. E, a sentire i racconti degli studenti che in questi due anni si sono riavvicinati alla scuola grazie al contatto con i volontari, Evelina Martelli, che ha coordinato il progetto, ha avuto ragione: sono tornati in classe più di duemila studenti a Roma, dal Covid in poi, e altre centinaia in tutte le città in cui la comunità è presente: Genova e Napoli innanzitutto.

Il progetto - L’obiettivo del progetto è diretto: raggiungere gli irraggiungibili, quegli studenti, molti ancora bambini, che la scuola si è persa per le ragioni più varie, spesso anche banali. Non a caso i volontari sono dei facilitatori, dei mediatori chiamati alle volte dai dirigenti scolastici, altre dagli insegnanti, altre ancora dai genitori stessi, per riallacciare i contatti con i prof e la classe, per far la pace tra lo studente e la scuola. Chi sono i facilitatori? Lo spiega la mamma di Daniele, 13 anni, che dopo l’ennesimo colloquio burrascoso con i professori e la prospettiva della bocciatura già chiara alla fine del primo quadrimestre incontra Davide. E lo definisce così: “una persona di cui ti puoi fidare”, un gancio sicuro a cui attaccarsi. Inutile dire che la mediazione ha portato i suoi frutti e Daniele è tornato in classe.

Il libro - Se ne è parlato il 28 novembre nella Biblioteca della Comunità a Trastevere con il presidente di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, che ha ricordato come questo progetto si inserisca nella visione educativa che va da don Milani a Mario Lodi e alle “scuole della pace”. Con lui anche il rettore di Roma Tre Massimiliano Fiorucci, Barbara Romano, ricercatrice della Fondazione Agnelli, e Marco Rossi Doria, presidente dell’impresa sociale “Con i bambini”, che ha spiegato come i “dispersi” non sono dispersi per niente, ma sono lì davanti a noi e a volerlo, come dimostra il progetto W la scuola, si possono raggiungere e aiutare. Pare incredibile ma spesso gli ostacoli che portano all’allontanamento da scuola possono anche essere difficoltà ad avere informazioni, a completare le iscrizioni - che oggi si fanno con lo Spid - oltre che a raggiungere gli insegnanti e la scuola. Senza arrivare al paradosso in cui vivono molte delle famiglie di migranti, ben descritto da Stefano Orlando nel libro: “Sono spesso molto motivate nel mandare i figli a scuola” perché lo vedono come una possibilità di riscatto, di far fare un ultimo passo avanti ai bambini, ma poi si trovano di fronte a ostacoli burocratici o pratici che diventano insormontabili. A partire dalla mancanza di professori formati per insegnare l’italiano lingua 2.

Gli irraggiungibili - Il progetto - come ha spiegato Evelina Martelli - va avanti e si sta allargando ma intanto aver raccolto i dati e spiegato il progetto con particolari e testimonianze nel libro “W la scuola, un programma per contrastare la dispersione scolastica”, edizioni Scholé, ha il pregio di renderlo misurabile nei suoi risultati e di renderlo replicabile.