www.bresciatoday.it, 6 gennaio 2015
Record dell'assenteismo per il carcere bresciano di Canton Mombello: sotto le festività natalizie solo 10 agenti operativi per turno, meno di 80 al giorno. Su un organico totale che conta ben 220 agenti. Non solo i vigili romani o partenopei nel calderone dello scandalo dell'assenteismo durante le feste di Natale. Succede anche a Brescia, nel carcere di Canton Mombello, dove proprio in occasione delle festività di quest'anno si sarebbe registrato il record delle assenze, per ferie e soprattutto malattia.
Dalla vigilia all'Epifania infatti il numero degli agenti di Polizia Penitenziaria presenti quotidianamente non raggiungerebbe la quota di 80, circa un terzo rispetto all'organico completo. A conti fatti una decina di agenti per turno - blocchi orari da circa sei ore l'uno - su un totale di 220 agenti. E se la percentuale s'impenna sotto le feste i numeri non cambiano di molto anche durante l'anno. La quota annuale dell'assenteismo bresciano infatti arriva a sfiorare il 25%: uno su quattro non va mai a lavorare, nemmeno quando le vacanze (estive o invernali) sono davvero lontane. Il lavoro, comunque, si deve fare. E i (pochi) rimasti hanno dovuto inghiottire un boccone amaro, spesso hanno dovuto lavorare il doppio, allungare i turni, sorbirsi straordinari a questo punto "forzati".
La Repubblica, 6 gennaio 2015
La visita dei parlamentari di Parma agli Istituti penitenziari. Impegno sul tema dell'allargamento dei posti ricovero in ospedale". Necessario che il Comune riprenda i percorsi attivi di lavoro esterno".
Carcere: mantenere i legami col territorio Un carcere dalla gestione complessa, per le funzioni che vi sono esercitate e per i diversi regimi detentivi a cui sono soggetti i carcerati, una struttura che appartiene a tutti gli effetti al nostro territorio e per la quale è vitale il rapporto con il contesto esterno.
È questo il filo che ha guidato Giuseppe Romanini, Patrizia Maestri e Giorgio Pagliari nella visita che hanno effettuato agli Istituti penitenziari di via Burla. Accompagnati da Lucia Monastero, in rappresentanza della direzione, e da suoi collaboratori, i Parlamentari di Parma hanno potuto prendere visione della situazione generale del carcere, a cominciare dalla questione del sovraffollamento.
"Oggi il numero dei detenuti è sceso a 530 per effetto di nuove norme approvate dal Governo, a fronte di una capienza di 463 ospiti, dunque una situazione migliorata rispetto al passato e ad altre carceri, ma il problema comunque resta, così come è presente il tema della mancanza di personale" - osservano.
La visita ha compreso, oltre ai settori veri e propri di sicurezza l'A.S.1, anche gli spazi di accoglienza, dove i detenuti incontrano i propri figli durante i colloqui, la sala allestita dagli studenti del Toschi, le cucine. Un particolare approfondimento è stato riservato alle questioni inerenti la gestione della sanità in quanto il carcere di Parma è uno dei pochi dotati di un centro diagnostico terapeutico.
"Il tema dei servizi per la salute è molto sentito in quanto proprio l'esistenza del centro diagnostico terapeutico fa sì che a Parma vengano destinati detenuti con problemi di salute anche molto gravi la cui gestione è resa ancor più complessa dai differenti regimi carcerari - spiegano. Oltre alla necessità di presenza di uno specialista urologo, abbiamo raccolto la segnalazione, e in questo senso ci siamo impegnati, di verificare la possibilità dell'ampliamento del reparto detentivo in ospedale che attualmente ha 5 posti letto, dotazione non sufficiente per rispondere ai bisogni legati ai ricoveri dei detenuti".
Altra questione segnalata è quella legata alla possibilità per carcerati di effettuare lavori esterni a fini di utilità pubblica. " Se da un lato la preziosa attività delle realtà di volontariato e quella delle stesse scuole rendono meno isolata la vita in carcere - continuano i Parlamentari - è evidente che risulta altrettanto importante proseguire e riprendere, come a Parma dove si sono interrotti, i percorsi attivi di lavoro esterno. È una scelta determinante nel recupero dei detenuti che è un compito che la Costituzione affida allo Stato".
Nel corso della visita, durata un paio d'ore, i Parlamentari hanno parlato, oltre che con operatori carcerari, con alcuni detenuti, ascoltando le loro osservazioni e anche le loro richieste. Giuseppe Romanini, Patrizia Maestri e Giorgio Pagliari sono stati inoltre informati che è all'attenzione della direzione del carcere il problema relativo alla sicurezza degli impianti di video sorveglianza, per la quale sono necessari gruppi di continuità, problematica avviata a soluzione.
www.varesenews.it, 6 gennaio 2015
L'iniziativa lanciata da numerose associazioni milanesi punta ad arricchire la dotazione della biblioteca del carcere. "La cultura può contribuire fortemente al processo di rieducazione", spiegano gli organizzatori. Un gesto di solidarietà che passa dall'amore per la letteratura. Questo è il senso dell'iniziativa che potrebbe interessare tutti coloro che amano donare un libro durante questo periodo di feste: si chiama "#zanzaunlibro", l'hanno lanciata il Comune di Milano e Fondazione Cariplo, con la collaborazione della Caritas Ambrosiana per andare ad aumentare la dotazione della biblioteca del carcere milanese di San Vittore.
Direttamente da casa sul sito della Hoepli o recandosi in una delle librerie milanesi che hanno aderito all'iniziativa, sarà infatti possibile scegliere un titolo che andrà a incrementare la biblioteca di San Vittore. L'idea è nata proprio dalla necessità di arricchire gli scaffali delle sale lettura del carcere "luoghi accoglienti e frequentati dai detenuti, che tuttavia necessitano di nuovi volumi, adatti agli effettivi bisogni dei lettori del carcere, persone di età, nazionalità, livello d'istruzione, ma anche interessi diversi" spiegano gli organizzatori in una nota. Fra i libri proposti ci sono dizionari e frasari d'italiano per stranieri, libri in lingua straniera, testi scolastici, ma anche di musica, cinema, diritto, cucina, sport: diverse discipline per incentivare la cultura dei detenuti di san Vittore.
Fra i titoli selezionati anche grandi classici come "Il piccolo principe", "Il nome della rosa", i libri della saga di Harry Potter, "Pinocchio" e "La Divina Commedia": chi volesse aderire potrà farlo direttamente pagando il prezzo di copertina, oppure contribuire con l'acquisto di un voucher da 5, 10 o 15 euro. Il progetto era stato lanciato durante Bookcity, il festival dei libri e della lettura che si è tenuto a Milano dal 13 al 16 novembre scorso. Da allora numerosi personaggi dello spettacolo, come Francesco Guccini e Roberto Vecchioni, hanno scelto di aderire, "zanzando" un libro e pubblicizzando l'iniziativa.
Ma i libri possono davvero fare la differenza in un carcere? "Assolutamente sì - spiega Daniele Mantegazza, per 20 docente all'interno della Casa Circondariale di Busto Arsizio. La cultura può contribuire fortemente al processo di socializzazione e può aiutare una persona che ha sbagliato a comprendere i cardini fondamentali su cui poggia la propria vita: una rieducazione che parte dai libri, dal ragionamento può essere fondamentale per una persona per rientrare nella società civile".
Il professor Mantegazza fa riferimento proprio alla sua diretta esperienza al carcere di Busto: "Quando io e l'allora direttore della Casa Circondariale di Busto Arsizio ci confrontammo sulle modo più opportuno per proporre l'insegnamento ai detenuti, giungemmo alla conclusione che la soluzione migliore era quella di offrire una cultura gratuita, libera dalla connessione al "fare". Organizzammo un liceo scientifico all'interno del carcere: ciò che ci premeva era favorire il ragionamento, la curiosità e la creatività delle persone. Grazie ai libri, al giornalino, a rappresentazioni teatrali scritte dai detenuti volevamo aiutare l'integrazione con gli altri, perché la cultura può fare anche questo: far sì che una persona si senta parte di una comunità, della società. Ben vengano iniziative come "zanza un libro": arricchire la biblioteca di un carcere è sicuramente un punto di partenza fondamentale per questo processo".
Askanews, 6 gennaio 2015
L'arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, celebra oggi la solennità dell'Epifania con un pranzo in compagnia di alcuni detenuti del carcere di Opera (Milano). Dopo la celebrazione della messa in Duomo, Scola accoglierà infatti alle 13 in Arcivescovado alcuni carcerati accompagnati dal direttore del penitenziario, Giacinto Siciliano, dai cappellani don Antonio Loi e don Francesco Palumbo e da alcuni agenti di polizia penitenziaria.
Questo incontro con la realtà del carcere, con i detenuti e con coloro che quotidianamente vi operano, segue la recente visita di Scola in un altro penitenziario milanese, quella del 23 dicembre scorso a Bollate. Alle ore 16 in Duomo il cardinale presiederà infine i Solenni Vesperi dell'Epifania.
www.primonumero.it, 6 gennaio 2015
Torna anche quest'anno l'appuntamento con "La Befana dei detenuti". "Un po' per risvegliare la coscienza assopita, un po' per riproporre alla considerazione di molti che esistono tanti fratelli dimenticati, ogni anno, l'Associazione Iktus - Onlus mette in evidenza con l'iniziativa della "Befana Dei Detenuti" ponendo in prima lista la pratica dimenticata sotto la pila di impegni". Quindi domani 6 gennaio, solennità liturgica dell'Epifania, alla Parrocchia di san Timoteo in Termoli, sede legale dell'associazione ci sarà possibilità, per chi desidera, di aiutare i detenuti della Casa Circondariale di Larino, offrendo quanto è necessario per l'igiene personale e indumenti intimi di cui mancano tanti di loro perché dimenticati perfino dalle famiglie o provenienti da molto lontano o meno abbienti di tanti altri loro colleghi.
Durante la giornata del 6 gennaio i fedeli che si recheranno alla celebrazione delle messe: ore 08,30 - 11 - 18 potranno portare quanto preparato e consegnarlo al momento della raccolta. "Fare del bene bonifica se stessi e benefica i fratelli, ristabilisce la giustizia che diventa amore condiviso e attenzione donata" scrive l'associazione.
La Sicilia, 6 gennaio 2015
Sono oltre 400 i volumi raccolti dal Lions Club di Ravanusa, che saranno donati alla sezione femminile del carcere di Agrigento. Ma altri sono in arrivo. I volumi saranno consegnati nei prossimi giorni al direttore della Casa circondariale.
Un successo oltre previsione il Reading "100 libri per il carcere di Agrigento" che si è svolto nei giorni scorsi presso la parrocchia di Maria e Gesù di Campo bello di Licata. L'evento aperto dal presidente del Lions, avvocato Salvatore Manganello, è stato condotto dal professor Francesco Pira, docente di Comunicazione dell'Università di Messina, saggista e giornalista.
Quattro gli scrittori e poeti che nel corso della serata hanno declamato le loro poesie: Lorenzo Peritore (Licata), Adriana Valenza (Caltanissetta), Gianni Argento e Filippo Tornambè.
"L'obiettivo che ci eravamo prefissi - ha dichiarato il presidente Manganello - è stato ampiamente superato. E ancora continuano ad arrivare libri che consegneremo nei prossimi giorni al direttore del carcere. Voglio ringraziare gli scrittori che hanno partecipato e quelli che hanno fatto pervenire le loro opere. L'iniziativa rientra nei nostri service dedicata alle persone più deboli. Siamo molto felici del successo".
La cultura al servizio della solidarietà: "Un segnale molto forte per il nostro territorio - ha commentato il professor Pira - un sostegno vero a chi crede nel principio del rispetto dell'altro. Spero che si ripetano tante di queste iniziative. Si tratta di uno splendido precedente". Autori, scrittori, poeti che vogliono far pervenire le loro opere possono contattare il presidente del Lions Club, Salvatore Manganello.
www.trcgiornale.it, 6 gennaio 2015
Sabato 3 gennaio le Comunità di Sant'Egidio di Roma e di Civitavecchia hanno organizzato insieme due pranzi in occasione delle festività natalizie con i detenuti della Casa di Reclusione di Via Tarquinia e con le detenute della Casa Circondariale di Via Aurelia Nord.
Nel pomeriggio anche una festa nel reparto infermeria maschile. Presenti circa 50 volontari di Sant'Egidio insieme ai due cappellani Padre Sandro e Don Lazare. Il Menù, tipico delle feste natalizie, è stato offerto da prestigiosi ristoranti: ottime lasagne al ragù della Taverna dell'Olmo, polpettone farcito, patate e lenticchie dai ristoranti Buffet La Stazione, La Giara e la Taverna del Moro. Per finire frutta di stagione e dolci natalizi.
Presso la sala teatro della Casa di Reclusione i posti a tavola erano 100: comandante, volontari, agenti, educatrice e cappellano hanno pranzato insieme ai detenuti. La gioia è stata contagiosa durante tutti i momenti del pranzo. Molto partecipata la tombola e soprattutto l'accoglienza a Babbo Natale che ha regalato doni utili e belli. Ha osservato un giovane detenuto "la mia famiglia è lontana, ma oggi mi sento in famiglia".
Il pranzo nella sezione femminile di via Aurelia è stato particolarmente festoso e intimo. Dopo il saluto del Comandante, del Cappellano e dell'educatrice una grande festa per l'arrivo di Babbo Natale e la Tombolata. Presenti anche volontari di Santa Marinella che tutte le settimane animano la messa nella sezione. Commovente il commento di una giovanissima detenuta "come vorrei che tutti i sabati fossero così". La giornata si è conclusa con la merenda nel reparto dell'Infermeria con detenuti malati di varie nazionalità e religioni che hanno espresso il loro desiderio comune di un 2015 all'insegna della pace. "Grazie per il sollievo che portate", ha detto uno degli ammalati. I pranzi di Natale nelle carceri del Lazio organizzati dalla Comunità di Sant'Egidio quest'anno sono stati 18 e hanno coinvolto circa 2.000 detenuti.
Ristretti Orizzonti, 6 gennaio 2015
L'artista, vincitore di premi internazionali, suonerà e presenterà alle persone detenute il suo libro, che racconta un'esperienza di vita basata sulla passione per la musica e sulla fede. Roberto Bignoli, artista di fama internazionale, tra i principali esponenti della Christian music, suonerà mercoledì 14 gennaio, alle ore 10, nel carcere di Opera, alle porte di Milano. L'iniziativa è di Cisproject-Leggere Libera-Mente, associazione culturale che si propone di favorire il reinserimento delle persone detenute nella cosiddetta società civile. Da diversi anni Bignoli, che ha pubblicato dodici album e cinque singoli, suona in tutto il mondo e la sua Ballata per Maria è diventata la sigla mondiale di Radio Maria. Nella sua carriera l'artista ha vinto cinque Unity Award e il Grammy Usa della musica cristiana internazionale.
Nel libro autobiografico Il mio cuore canta, Bignoli ha raccontato la sua particolare storia. All'età di un anno Roberto ha contratto la poliomielite, che gli ha provocato gravi difficoltà motorie obbligandolo a terapie continue e alle stampelle. Dopo un'infanzia difficile e il collegio, negli anni dell'adolescenza ha iniziato a suonare musica rock e ha condotto una vita di espedienti fino a quando, nel 1984, folgorato dal "mistero Medjugorje", ha deciso di dedicarsi alla Christian music per abbinare la passione per la musica alla fede religiosa.
"Siamo molto felici di portare la musica di Bignoli all'interno del carcere di Opera - dichiara Barbara Rossi di Cisproject-Leggere Libera-Mente. La musica è emozione, energia, entusiasmo, passione, e lo è ancora di più quando porta con sé messaggi di speranza come in questo caso. L'evento di mercoledì 14 gennaio sarà quindi una grande occasione di svago, ma anche di riflessione, per tutte le persone detenute, che vivranno una giornata da ricordare".
In occasione del concerto a Opera Bignoli sarà accompagnato dal musicista Mario Ferrara e racconterà la sua vita e il suo libro intervistato dal giornalista Renzo Magosso insieme ai corsisti del progetto "Leggere Libera-Mente", attivo da diversi anni nella Casa di Reclusione di Opera, che si occupa di biblioterapia con le persone detenute attraverso la lettura, la scrittura creativa, poetica, autobiografica, giornalistica. Ulteriori informazioni sono disponibili all'indirizzo www.leggereliberamente.it.
Adnkronos, 6 gennaio 2015
"Domenica 4 gennaio 2015, Rai1 - Speciale Tg1 ha trasmesso il documentario "Sbarre" di Daniele Segre, realizzato a luglio 2013 nella casa circondariale di Firenze Sollicciano. Nel documentario sono state riportate dichiarazioni di detenuti che rappresentavano una condizione detentiva complessiva che, per un verso, non era del tutto rispondente alla situazione di allora, come precisato dal Provveditore regionale della Toscana, mentre dall'altro verso non tiene conto dei miglioramenti delle condizioni detentive che si sono evoluti da allora ad oggi, ciò in armonia ai principi enunciati dalla Cedu.
Nel luglio 2013 i detenuti fruivano di cinque ore di permanenza fuori della stanza di detenzione, come confermato dal Provveditore regionale, e non di due ore come affermato da alcuni intervistati, mentre allo stato attuale i detenuti fruiscono di otto ore di permanenza al di fuori della camera di pernottamento.
Nel luglio 2013 erano presenti a Sollicciano 1004 detenuti, oggi ne sono presenti 741. Ciò ha comportato un notevole miglioramento delle condizioni di detenzione e di vivibilità all'interno delle sezioni detentive, con l'ampliamento degli spazi destinati al solo pernottamento. Le condizioni di pulizia degli ambienti detentivi sono in progressivo miglioramento, così come la dotazione di prodotti e attrezzature igieniche, grazie anche a risorse impegnate nel settore in misura quasi doppia rispetto al passato (125.000 euro nel 2013 e 210.000 euro per il 2014).
Nel corso del 2014 sono stati finanziati interventi per riparazioni alla struttura per circa 260.000 euro, che hanno permesso di migliorare le condizioni strutturali dell'istituto. Si precisa, altresì, che il personale di Polizia Penitenziaria in forza all'istituto era, nel luglio 2013, di 488 unità, oggi è di 496 unità, con una presenza media nei turni di tre unità per ogni piano che ospita 80 detenuti. Pertanto, anche sotto questo profilo, le notizie riportate nel servizio non erano né attuali, né rispondenti al vero. Da una verifica fatta, gli spazi destinati al pernottamento attualmente fruibili dai detenuti intervistati rispondono ai parametri indicati dalla Cedu".
Ansa, 6 gennaio 2015
Pranzo d'inizio anno eccezionale per i detenuti del carcere romano di Rebibbia. Ospite d'onore uno degli attori più amati e popolari di Roma, Gigi Proietti, amato dai tanti ristretti - in prima fila i disabili del braccio G11 - soprattutto per le sue performance in "Febbre da cavallo", film cult ormai da decenni.
Proietti, più volte applaudito, ha raccontato due barzellette e accennato brevemente a una canzone del suo repertorio, scusandosi per la voce bassa dovuta all'influenza. "I detenuti mi hanno riservato un'accoglienza così calorosa da risultare inspiegabile -ha detto più tardi ai cronisti-Mi è venuta voglia di fare una "mandrakata" (una via di mezzo tra truffa e trucco attorno cui ruota tutto il film, ndr) per tutti loro, perché vivano qui dentro al meglio".
Il direttore del carcere, Mauro Mariani, in apertura del pranzo ha in particolare auspicato che "aumentino le occasioni di recupero dei detenuti attraverso il lavoro", sia con le diverse attività attualmente presenti in carcere, l'ultima di queste la torrefazione che produce il "Caffé Galeotto", sia con nuove opportunità offerte ai detenuti dagli imprenditori interessati, tra cui "alcuni -ha detto infine Mariani- presenti oggi".
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