di Riccardo Noury
Corriere della Sera, 17 dicembre 2019
Amnesty International ha nuovamente aggiornato il numero dei manifestanti uccisi nei primi giorni delle proteste che a metà novembre hanno scosso l'Iran. La tragica conta dei morti accertati è salita a 304, almeno 12 dei quali minorenni. Come Mohammad Dasankhan, 15 anni, colpito al cuore da un proiettile mentre, uscito da scuola, stava attraversando una manifestazione per tornare a scuola. Ora, ripristinato l'ordine con la forza brutale, è iniziato il secondo tempo della repressione. Gli arresti, infatti, sono stati migliaia: persone che prendevano parte alle proteste, studenti, giornalisti, difensori dei diritti umani, persino ragazzi di 15 anni.
Non esiste ancora un dato ufficiale, ma il 26 novembre Hossein Naghavi Hosseini, portavoce del comitato parlamentare per la sicurezza nazionale, ha parlato di 7000 persone arrestate. Molti degli arrestati sono stati torturati, trattenuti in isolamento, fatti sparire. I nuovi ingressi nelle carceri regolari non faranno altro che peggiorare le preoccupanti condizioni di sovraffollamento. Nella prigione di Raja'i Shahr di Karaj, una delle più famigerate dell'Iran, colonne di camion hanno scaricato centinaia di detenuti, ammanettati e bendati e accolti con calci, pugni, manganellate e frustate. Gli arresti sono stati accompagnati da una narrativa ufficiale estremamente ostile: dalla Guida suprema al capo della magistratura fino agli organi d'informazione statali, i manifestanti sono stati etichettati come "banditi" e nei confronti degli organizzatori delle proteste è stata invocata la pena di morte. Ecco alcune storie.
Mohammad Massa'ed, giornalista, è stato arrestato il 23 novembre dopo aver denunciato su Twitter il quasi totale black-out di Internet imposto dalle autorità tra il 16 e il 24 novembre. Lo hanno rilasciato su cauzione alcuni giorni dopo. Soha Mortezaei, studente dell'Università di Teheran, è stata arrestata il 18 novembre. Pochi giorni prima, i dirigenti dell'ateneo l'avevano ammonita a non protestare altrimenti l'avrebbero torturata. Bakhtiar Rahimi, attivista curdo per i diritti dei lavoratori, è stato arrestato il 27 novembre a Marivan, nella provincia del Kurdistan. Da allora non si hanno più sue notizie.
Sono stati presi di mira anche attivisti delle minoranze: a Tabriz, nella provincia dell'Azerbaigian orientale, sono stati arrestati Akbar Mohajeri, Ayoub Shiri, Davoud Shiri, Babak Hosseini Moghadam, Mohammad Mahmoudi, Shahin Barzegar e Yashar Piri. Le forze di sicurezza hanno anche fatto irruzione negli ospedali di tutto il paese, arrestando manifestanti feriti e portandoli in carcere, dove non starebbero ricevendo cure mediche.
Almeno 304 morti nella repressione delle proteste - L'ong Amnesty International aggiorna il suo precedente bilancio che era di 208 morti. Sono state almeno 304 le vittime della dura repressione in Iran delle violente proteste scoppiate il mese scorso contro il caro benzina. Lo indica un nuovo bilancio fornito da Amnesty International, che finora aveva parlato di 208 morti accertati.
Amnesty fa riferimento al periodo tra il 15 e il 18 novembre, in cui si è registrato il picco delle manifestazioni. Tra le vittime indica anche almeno due adolescenti di 15 e 17 anni. Migliaia sono stati inoltre i feriti, sempre secondo l'ong. Le autorità della Repubblica islamica avevano in precedenza respinto le cifre fornite dall'estero come "menzogne assolute" diffuse da parte di "gruppi ostili", senza fornire però bilanci aggiornati delle proteste.
L'ong parla inoltre di "strazianti testimonianze" di come Teheran abbia avviato "un giro di vite di massa" per nascondere l'entità della "spietata repressione" dopo aver "massacrato" i dimostranti. A questo scopo, aggiunge, sono state arrestate migliaia di persone, tra cui "giornalisti, attivisti per i diritti umani e studenti". Amnesty chiede quindi all'Iran di "rilasciare urgentemente e incondizionatamente tutti quelli che sono stati detenuti arbitrariamente".
di Leandro Del Gaudio
Il Mattino, 16 dicembre 2019
Il ministro Lamorgese: il fenomeno in aumento dopo le sentenze europee sull'ergastolo ostativo. Negli ultimi tempi le richieste di dissociazione da parte dei boss sono appaiono in aumento e sembrano esprimere una strategia processuale finalizzata agli sconti di pena". Lo dice a "Il Mattino" il ministro dell'interno, Luciana Lamorgese, che affronta anche il problema dell'emergenza camorra.
di Alessandro Barbano e Vittorio Manes
Il Foglio, 16 dicembre 2019
La "campagna morale" per l'abolizione della prescrizione ha le sembianze accattivanti della lotta all'impunità e del sostegno alle vittime del reato. Ma nasce dall'idea di una giustizia con pretese assolutistiche. Una potente macchina di dolore umano.
Caro Vittorio, non ti pare che il confronto politico sulla prescrizione racconti tutto intero l'abisso civile in cui il paese s'è cacciato? Per capirne la portata, bisogna varcare le coordinate processuali entro cui si colloca - e cioè l'efficacia dell'azione penale o piuttosto del diritto alla difesa di fronte ai tempi lunghi del giudicato - e portarlo dentro la società. Solo così si può cogliere quel rapporto con la vita e con la morte che esso implica, e il senso di quella relazione con "l'altro da noi" che si chiama giustizia, e di cui la prescrizione è indizio.
di Pieremilio Sammarco*
Il Tempo, 16 dicembre 2019
Intercettazioni, esami del Dna, informatica: ormai le prove si formano prima del dibattimento. Il processo giudiziario dei nostri giorni è profondamente mutato rispetto a ciò che è stato sino alla fine del secolo scorso. Il primo ventennio del nuovo secolo ci ha consegnato una rappresentazione del tutto diversa della forza punitiva della legge e del suo braccio giudiziario.
di Susanna Marietti*
Il Fatto Quotidiano, 16 dicembre 2019
Presentando la segreteria regionale di Forza Italia a Milano, Silvio Berlusconi parla di giustizia penale con i toni del garantista. Ma il suo non è - e non è mai stato - autentico garantismo. Il garantismo è una filosofia penale nobile, che ha le proprie radici in Cesare Beccaria e, più di recente, nelle opere di Luigi Ferrajoli.
di Vladimiro Zagrebelsky
La Stampa, 16 dicembre 2019
I commenti alla elezione di Marta Cartabia a presidente della Corte costituzionale hanno prevedibilmente e giustamente sottolineato il fatto nuovo - la prima volta - della presidenza di una donna. Tuttavia la professoressa Cartabia non è stata eletta perché donna o nonostante sia donna.
di Giuseppe Amato
Il Sole 24 Ore, 16 dicembre 2019
Cassazione - Sezione IV penale - Sentenza 12 ottobre 2019 n. 42892. In tema di non punibilità per la particolare tenuità del fatto, il giudice è tenuto a motivare sulle forme di estrinsecazione del comportamento incriminato, al fine di valutarne la gravità, l'entità del contrasto rispetto alla legge e, conseguentemente, il bisogno di pena, essendo insufficiente il richiamo a mere clausole di stile. Lo stabilisce la Cassazione con la sentenza n. 42892 del 2019.
Ai fini dell'apprezzamento circa l'applicabilità dell'articolo 131-bis del codice penale, ha osservato la Corte in parte motiva, occorre accertare, tra l'altro, che il fatto illecito non abbia generato un contesto concretamente e significativamente dannoso con riguardo al bene tutelato dalla norma incriminatrice.
Il giudizio sulla tenuità del fatto richiede, dunque, una valutazione complessa in relazione alle modalità della condotta e all'esiguità del danno o del pericolo e richiede una equilibrata considerazione di tutte le peculiarità del caso concreto. Proprio sulla base di queste premesse, la Cassazione ha annullato con rinvio per difetto di motivazione la sentenza di non doversi procedere per il reato di lesioni conseguenti a infortunio sul lavoro addebito al datore di lavoro motivata sulla scorta del concorso causale della vittima, del permanere di conseguenze invalidanti limiate (8% tabella Inail), del lieve grado della colpa, desumibile anche dalla circostanza dell'ottemperanza all'adeguamento di sicurezza e dell'intervenuto risarcimento.
Secondo la Corte, infatti, in tal modo, il giudicante, da un lato, si era limitato a evidenziare elementi privi dì particolare rilevanza rispetto alla valutazione richiesta ai sensi dell'articolo 131-bis del codice penale - quali il concorso causale della vittima, la sopravvenuta ottemperanza all'adeguamento di sicurezza e l'intervenuto risarcimento del danno - e, dall'altro aveva apoditticamente affermato il permanere di conseguenze invalidanti "limitate" e ritenuto "lieve" il grado della colpa, senza adeguatamente spiegare da quali elementi tratti dal caso concreto oggetto di giudizio derivassero valutazioni di questo tipo in ordine alla esiguità dell'offesa arrecata alla vittima in conseguenza dell'infortunio.
di Giuseppe Abbatepaolo*
gnewsonline.it, 16 dicembre 2019
Per i detenuti della Casa Circondariale di Bari corrispondere con l'esterno del carcere sarà ora più veloce. Il progetto "Collegamail" permetterà infatti di inoltrare e ricevere entro ventiquattr'ore e su un unico indirizzo di posta elettronica le comunicazioni che quotidianamente sono scambiate dalle persone recluse con l'esterno. Nata col supporto del Garante regionale dei detenuti, l'iniziativa si ripromette di tutelare il diritto alla comunicazione costituzionalmente garantito e ridurre la distanza del detenuto con la comunità di appartenenza: quindi non soltanto con la famiglia e con gli affetti più cari, ma anche con gli avvocati difensori e qualunque altro soggetto pubblico o privato ritenuto meritevole d'interesse.
Il progetto, che sarà curato dalla società cooperativa "Radici Future Produzioni", è stato presentato mercoledì scorso a Bari, nella sede della Presidenza della Regione Puglia, da Giuseppe Martone, provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria, insieme a Leonardo Palmisano, presidente della cooperativa, Valeria Pirè, direttricee della Casa Circondariale di Bari, Guglielmo Starace, presidente della Camera Penale, e Pietro Rossi, garante regionale dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà.
La convenzione stipulata tra la società di gestione del progetto con la Direzione dell'istituto barese e il Provveditorato regionale di Puglia e Basilicata, prevede un periodo sperimentale di sei mesi, potendo comunque già vantare il ragguardevole primato di porsi come capofila del genere in un carcere del Meridione d'Italia.
Il provveditore Martone ha sottolineato che destinatari del servizio sono "tutti i detenuti di media sicurezza che, tramite la sottoscrizione di un abbonamento, potranno mantenere vivi i contatti con la famiglia e interloquire con la società esterna, i difensori, i medici, ecc. Il mondo della comunicazione globale ha abbattuto tutti i confini e allora perché, con la giusta attenzione ai presidi di sicurezza, non offrire questa possibilità anche alle persone private della libertà personale?".
Per la direttrice Pirè "questa possibilità concessa alla persona reclusa non può che lenire e alleviare il momento dell'isolamento nella struttura carceraria, testimoniato dal fatto che per lo più la corrispondenza è costituita da "lettere d'amore" che, al pari dei libri con poesie d'amore, allentano le tensioni e permettono ai ricordi di riaffiorare, sia pure in maniera mediata".
Il servizio sarà attivo dal lunedì al venerdì e consentirà di recapitare grazie a "Collegamail" la corrispondenza da e verso il carcere entro 24 ore con la scansione delle lettere dei detenuti scritte a mano di proprio pugno e variamente indirizzate ai propri centri d'interesse.
*Referente per la comunicazione del Provveditorato Puglia e Basilicata
Il Sole 24 Ore, 16 dicembre 2019
Reati contro la persona - Reati sessuali - Fattispecie di minore gravità - Valutazione giudiziale - Parametri. Nell'ambito delle ipotesi di reati sessuali (sia in quelle di atti sessuali con minori di cui all'art. 609-quater c.p., come pure in quelle di violenza sessuale ex art. 609-bis c.p.), le fattispecie di minore gravità, soggette a più mite trattamento sanzionatorio, sono valutate dal giudice del merito che procede ad un apprezzamento globale del fatto, in cui rilevano i mezzi, le modalità di esecuzione, il grado di coartazione esercitato sulla vittima del reato, le condizioni fisiche e psicologiche della stessa, anche in relazione all'età. La natura globale del giudizio non implica una valutazione di tipo compensativo tra tutti gli elementi positivi e negativi, ma presuppone che la minore gravità sia accertata in riferimento a tutti gli elementi della fattispecie, sì da essere esclusa per la presenza anche di un solo elemento di conclamata gravità.
• Corte di cassazione, sezione III, sentenza 27 novembre 2019 n. 48184.
Reati contro la persona - Delitti contro la libertà personale - Violenza sessuale - In genere - Atti sessuali con minorenne - Attenuante della minore gravità - Criteri di valutazione - Giudizio di merito - Sindacato di legittimità - Esclusione. In tema di atti sessuali con minorenne, ai fini del riconoscimento dell'attenuante della minore gravità prevista dall'art. 609-quater, comma quarto, cod. pen. compete al giudice di merito, con valutazione che si sottrae al sindacato di legittimità, determinare quale sia il grado di compressione del bene giuridico, comparando tra di loro gli elementi negativi e positivi, con riferimento al grado di coartazione esercitato, alle condizioni psicofisiche, in relazione all'età e al danno anche psichico arrecato al minore.
• Corte di cassazione, sezione III, sentenza 24 ottobre 2018 n. 48377.
Reati contro la persona - Delitti contro la libertà personale - Violenza sessuale - In genere - Atti sessuali con minorenne - Riconoscimento dell'attenuante della minore gravità - Rilievo di condotte successive al compimento degli atti sessuali - Esclusione. In tema di atti sessuali con un minorenne, ai fini del riconoscimento della diminuente per i casi di minore gravità di cui all'art. 609-quater, quarto comma, cod. pen., deve farsi riferimento alla valutazione globale del fatto, nella quale assumono rilievo i mezzi, le modalità esecutive, il grado di coartazione esercitato sulla vittima, le condizioni fisiche e psicologiche di quest'ultima, anche in relazione all'età; non è, pertanto, ostativa a tal fine la condotta violenta tenuta dall'imputato dopo la consumazione del reato, trattandosi di condotta successiva al compimento degli atti sessuali in quanto tali. (In applicazione del principio la Suprema Corte ha annullato con rinvio la sentenza dei giudici di merito che avevano ritenuto ostativa al riconoscimento dell'attenuante la circostanza che l'imputato, alcuni giorni dopo il compimento degli atti sessuali, aveva tentato di sottrarre la minore alla madre con violenza, nonostante l'assenza di costrizione fisica nel compimento degli atti sessuali e l'esistenza di un iniziale consenso della vittima, divenuto stabile nell'ambito di una relazione duratura con l'imputato).
• Corte di cassazione, sezione III, sentenza 10 ottobre 2017 n. 46461.
Reati contro la persona - Delitti contro la libertà personale - Violenza sessuale - Atti sessuali con minorenne - Attenuante della minore gravità - Parametri di valutazione - Relazione sentimentale con la vittima - Rilevanza ai fini del diniego dell'attenuante - Sussistenza - Ragioni. In materia di reati sessuali con minorenne, ai fini del riconoscimento dell'attenuante per i casi di minore gravità, di cui all'art. 609-quater, comma 4, cod. pen., costituisce elemento negativo di valutazione la circostanza che gli atti sessuali si inseriscano nell'ambito di una "relazione amorosa" con il minore, essendo tale situazione indice, da un lato, di una sostanziale prevaricazione ai danni della vittima e, dall'altro, della ripetizione degli atti sessuali per un considerevole lasso di tempo.
• Corte di cassazione, sezione III, sentenza 14 luglio 2017 n. 34512.
di Serena Guzzone
strettoweb.com, 16 dicembre 2019
A pochi giorni dall'anniversario di nascita di Francesca Morvillo, l'Istituto Regionale Francesca Morvillo organizza una giornata di riflessione sul tema, coinvolgendo gli studenti delle scuole medie di Catania. A conclusione della giornata la premiazione del concorso "Giovani speciali che muovono la scuola". Giovani, legalità e giustizia sociale.
Questi i temi al centro dell'evento "Giovani speciali che muovono la storia", che si svolgerà domani 16 dicembre, negli spazi dell'Istituto Ardizzone Gioeni, coinvolgendo gli studenti delle scuole medie di Catania in un viaggio tra coraggio e lotta alle Mafie per ricordare la nascita di Francesca Morvillo. Unica donna magistrato ad essere uccisa nel nostro Paese, tra le prime a vincere il concorso di magistratura, Francesca Morvillo non era soltanto la moglie del Giudice Falcone ma una donna che credeva fortemente nel potere della giustizia sociale e nella battaglia contro la violenza mafiosa.
"Per sedici lunghi anni Francesca Morvillo lavorò alla Procura dei minori di Palermo, entrando in contatto con tantissimi bambini, che proteggeva, ascoltava e con cui cercava di instaurare un rapporto fiduciario. Francesca lavorava affinché le carceri non si riempissero, soprattutto di minori", dichiara Maria Isabella Di Quarto, dirigente scolastica dell'I.R.I.S.S Morvillo di Catania, promotore dell'iniziativa, realizzata in collaborazione con Fondazione Ebbene, l'associazione Unicef e con il patrocinio della Regione Siciliana e dell'Università degli Studi di Catania.
"In occasione del 30° anniversario della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia - continua - il nostro Istituto ha scelto per la quarta edizione di bandire un concorso rivolto agli studenti delle scuole secondarie di 1° grado. Il tema "Giovani speciali che muovono la storia" è finalizzato a stimolare una riflessione costruttiva sull'importanza dei giovani nelle società di tutti i tempi. Molti ragazzi, infatti, hanno profondamente segnato la Storia, rivoluzionato abitudini, mentalità e mobilitato coscienze, contribuendo al progresso e al rinnovamento del loro tempo e delle epoche successive".
Gli studenti avranno la possibilità di confrontarsi, a partire dalle 9.00, con Istituzioni, rappresentanti delle Organizzazioni e testimonial sulla necessità di valorizzare il protagonismo proprio dei giovani e stimolare la loro partecipazione civica per ridisegnare una Sicilia libera.
Saranno Presenti il Sindaco del Comune di Catania Salvo Pogliese, il Presidente di Fondazione Ebbene Edoardo Barbarossa, il Commissario straordinario dell'Ipab Gioeni Giampiero Panvini, i Presidenti Regionali e Provinciali dell'Unicef Vincenzo Lorefice e Ambra Picasso, il docente Antonino Terzo, che ha collaborato alla realizzazione della mostra "La Grande guerra e l'Università di Catania, la fotografa e blogger Giada Pappalardo.
Ad arricchire la giornata le testimonianze della Comunità Papa Giovanni XXII e le performance musicali del Coro "Santa Venerina Pueri", che ricorderanno Giuseppe Letizia, il primo bambino ucciso dalla mafia. In chiusura l'Assessore alla Pubblica Istruzione e madrina del concorso Barbara Mirabella e il Direttore Agenzia 17 del Monte dei Paschi di Siena, partner dell'evento, Gianluca Chiofalo, premieranno i vincitori del concorso "Giovani speciali che muovono la storia". La giornata è uno degli Eventi Towards di "Economy of Francesco", l'appuntamento di Assisi voluto da Papa Francesco, che riunirà 500 giovani provenienti da tutto il mondo per la costruzione di un'economia del bene comune come antidoto all'economia criminale.
- Genova. "La barchetta rossa e la zebra", nuovi spazi a misura di bambino
- Firenze. Riscaldamento guasto a Sollicciano, da Regione e Misericordie 400 coperte
- Siena. "Diciassette storie per diciassette Contrade", presentazione del libro dei detenuti
- Milano. "Il mio canto libero con la Scala", il Coro dei detenuti alla Verdi
- Ambiente. Cop 25, le ragioni di un fallimento