www.sardegnalive.net, 12 aprile 2015
Studenti della scuola media, diversamente abili e detenuti sperimenteranno per 2 mesi la vita nell'orto. L'Associazione Regionale Florovivaisti "Corallo Verde" dà il via ad "Alghero Verde Sociale: Coltiviamo l'integrazione rispettando l'ambiente".
A seguito del successo di "Alghero Verde Scuola", laboratorio didattico rivolto ai ragazzi delle scuole medie, Corallo Verde ha ampliato il suo progetto allargandone anche la "mission". È nata cosi un'importante partnership con la Casa di Reclusione Giuseppe Tomasiello guidata dalla direttrice Elisa Milanesi, l'Aps Gruppo Format e l'Istituto Comprensivo n°1, che durante quest'anno ha portato alla nascita di Alghero Verde Sociale. Una scommessa che coniuga l'amore per il territorio a quello per il prossimo.
Studenti della scuola media, utenti diversamente abili e detenuti collaboreranno nell'orto didattico, sito a La Purissima, per due mesi, sperimentando successi e difficoltà del ciclo produttivo di frutta e ortaggi. Dalla semina al raccolto, ma anche mercato e filiera, i giovani agricoltori saranno guidati in un percorso formativo all'aria aperta.
"Attraverso le lezioni didattiche negli ampi spazi de La Purissima e la vita nell'orto - spiega Giovanni Roma, presidente Corallo Verde - i gruppi contribuiranno a un obiettivo comune diventando un unica realtà. Cosi coltiveremo l'integrazione, recuperando contemporaneamente quel legame con la terra e con le tradizioni che si è sfilacciato negli ultimi decenni portando ad un abbandono della realtà agricola isolana - spiega Giovanni Roma.
Il rapporto con la terra sta alla base di un rispetto delle diversità, la terra non guarda da chi viene coltivata, accetta e accoglie, ecco perché in Alghero Verde Sociale ci saranno i giovani della scuola primaria superiore ma anche i detenuti e i diversamente abili, uomini e donne, grandi e piccoli per un obiettivo comune".
Tutti gli attori del progetto saranno guidati da professionisti. L'educatrice Isabella Nieddu e la pedagogista Anna Rita Manunta cureranno i rapporti con i detenuti per i quali Alghero Verde Sociale è un'importante occasione di formazione professionale che contribuirà a far acquisire nuove competenze spendibili nel mondo del lavoro e permetterà ai due giovani di diventare attivi protagonisti del proprio percorso di riscatto sociale.
I diversamente abili lavoreranno guidati dall'Aps Gruppo Format che supporterà gli utenti nello sviluppo di abilità sociali, quali l'attenzione per l'altro e per i suoi bisogni, il rispetto dei tempi legati al ciclo produttivo, lo sviluppo delle capacità organizzative, il rispetto dei ruoli, l'impegno e l'integrazione. Il gruppo di diversamente abili sarà composto da circa 15 persone, parte delle quali fanno parte dell'associazione Pensiero Felice che ha sposato il progetto proposto.
Gli studenti della 2^ D dell'Istituto Comprensivo n°1, guidata dal docente Fulgenzio Piras, seguiranno l'intera filiera produttiva supportando detenuti e disabili nel lavoro sul campo. Settimanalmente verranno annotati i progressi degli ortaggi e della frutta piantumata e nelle lezioni didattiche comuni si approfondiranno i temi legati al ciclo di vita delle piante, le tipologie di semina e coltivazione e le differenti modalità di raccolta.
Confezionamento, tracciabilità e vendita chiuderanno il percorso formativo e nel mese di giugno il gruppo di lavoro sarà ospitato negli spazi della Conad per proporre gli ortaggi e la frutta raccolti. Alghero Verde Sociale si concluderà a fine luglio, ma fino ad allora l'orto potrà e esser visitato tutti i pomeriggi quale simbolo di integrazione e amore per l'ambiente.
di Claudia Failli
www.arezzonotizie.it, 12 aprile 2015
Il direttore del carcere San Benedetto di Arezzo, Paolo Basco non ha dubbi circa la necessità di un intervento sostanziale all'edificio che attualmente ospita la casa circondariale. Ciclicamente, e anche gli ultimi mesi non fanno eccezioni, parlamentari, amministratori e consiglieri regionali hanno fatto visita alla struttura penitenziaria aretina. Tutti hanno sempre sottolineato la necessità di trovare delle soluzioni efficaci per riqualificare l'edificio. Ma al momento, ben poco è cambiato.
"Attualmente ospitiamo circa 600 detenuti - spiega il direttore Basco - la maggior parte sono solo di passaggio e non restano molto tempo ad Arezzo. Una trentina circa invece devono scontare pene più lunghe e con loro abbiamo intrapreso un percorso ormai consolidato di recupero pedagogico e sociale. Resta però evidente il problema delle strutture che attualmente non sono in grado di garantire un servizio funzionale. Sarebbe auspicabile che le visite che riceviamo in carcere possano trovare anche risvolti pratici. Riuscire a sbloccare questa situazione permetterebbe alle forze di polizia, alla magistratura e quindi anche alla collettività, di poter contare su un servizio funzionante al cento per cento".
Lo scorso febbraio, la casa circondariale è stata visitata anche dal garante dei detenuti della Regione Toscana, Franco Corleone. Anche in quella occasione venne evidenziato il problema dell'abbandono dei lavori. "Rivolgo un appello al prossimo sindaco di Arezzo, alle amministrazioni e a tutti i politici - conclude il direttore Basco - affinché ognuno si occupi di questa situazione e possano insieme trovare delle soluzioni efficaci".
di Silvana Zanovello
Secolo XIX, 12 aprile 2015
L'ottimismo americano del New Deal, riproposto ad Hollywood negli anni Sessanta, una favola metropolitana di Frank Capra, concepita all'insegna dell'ottimismo, "Angeli con la pistola" approda a teatro, alla Tosse fino al 15 e la prossima estate, il 20 e 21 luglio al festival di Borgio Verezzi in un a versione "naturalmente" velata di autoironia ma interpretata con molta convinzione.
A portarla in scena sono infatti "Gli scatenati "compagnia di detenuti che operano da una decina d'anni nel carcere di Marassi dove da qualche mese hanno anche ultimato l'allestimento di una sede stabile "Il teatro dell'Arca" ma che, sotto la sorveglianza attenta e discreta della polizia penitenziaria, non perdono l'occasione di andare in tournée. Certamente è difficile, per lo spettatore esterno scindere il valore puramente artistico dell'esperienza da finalità di recupero psicologico o professionale di chi vi partecipa. Ma in questo caso alcuni elementi fondamentali contribuiscono alla piacevolezza, al di là della pedagogia.
Ben scelto, per fruizione più ampia, il tema, riproposto in forma di musical. Favola, senza dubbio, anzi con il dubbio calcolato che si tratti di una situazione impossibile. Ma va bene cosi. Nella New York del proibizionismo un gangster di buon cuore recluta colleghi di grande e piccola taglia e ballerine per aiutare la barbona Annie a sostenere l'incontro con il futuro genero, figlio di un nobile spagnolo, che la crede una signora dell'alta società.
Nessuna "rilettura" le immagini sullo sfondo alla Lichtenstein, realizzate nel laboratorio di grafica del carcere, citano affettuosamente il film con richiami impliciti a quella poetica del cartoon che , all'epoca, avvicinava Capra a Disney.
Le musiche di Bruno Coli, la regia esperta di Sandro Baldacci e la presenza di alcuni attori professionisti, Federica Granata, Mariella Speranza, Francesca Pedroni, Igor Chierici, Massimo Orsetti, aiutano tutti, compreso un cinese con la vocazione per la comicità e il cabaret, a trovare ritmo. Applausi per un'esperienza che cresce stagione dopo stagione.
L'Unione Sarda, 12 aprile 2015
Una contusione all'occhio e il trasporto al pronto soccorso. È il bilancio di un'aggressione subita da un agente della Polizia penitenziaria, in servizio nel carcere di Bancali, da parte di un detenuto marocchino. A dare la notizia i sindacati di Polizia Osapp e Sappe. "Continuando di questo passo - afferma il segretario generale aggiunto dell'Osapp Domenico Nicotra - lo stato di diritto verrà garantito solo a malviventi, clandestini e pregiudicati mentre per i tutori dell'ordine si potrà parlare solo di stato di dovere. È necessario che tutti gli organi politici, di maggioranza e non, si fermino un attimo per ritrovare il bandolo della matassa perché diversamente senza ordine e sicurezza pubblica e penitenziaria non si potrà assicurare l'incolumità di ogni singolo cittadino".
Dello stesso avviso il segretario generale del Sappe Donato Capece. "Ai colleghi feriti va la nostra vicinanza e solidarietà, ma servono ora risposte certe: il Parlamento si appresta a varare il reato di tortura nel nostro Paese, però dimentica che sono centinaia e centinaia le aggressioni a poliziotti penitenziari che si registrano ogni anno nelle carceri italiane".
Adnkronos, 12 aprile 2015
Messaggio del ministro Orlando, ospedali psichiatrici appartengono al passato. "Il manicomio e il monte Sinai.... il malato di mente autore di reato tra politiche sicuritarie e reinserimento sociale", è il titolo del convegno che si è chiuso ieri presso l'Ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, promosso dalla direzione dell'Opg locale, in collaborazione con la presidenza del tribunale di sorveglianza di Messina.
A fare il punto sul passaggio dagli Opg alle Rems (residenze per l'esecuzione della misura di sicurezza sanitaria), sono stati magistrati, giuristi, psichiatri ed esperti. Due giorni di discussione, analisi e approfondimento che hanno verificato il crono programma che in pochi mesi concluderà il piano delle dimissioni dei pazienti dalla struttura siciliana che passeranno nelle Rems: nell'isola è già attiva la struttura di Naso e a breve sarà utilizzabile quella di Caltagirone.
Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, ha inviato un messaggio che è stato letto in apertura dei lavori dal Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria Santi Consolo. "Oggi possiamo finalmente dire - si legge nel testo - che tali realtà appartengono al passato del nostro sistema della tutela della salute e del nostro sistema dell'esecuzione penale.
Soprattutto si è fatto un passo importante affermando in modo netto il principio della prevalenza della necessità di cura per le persone non imputabili". Il Ministro ha quindi evidenziato in maniera netta che con la chiusura degli Opg "non vi saranno i pur evocati rischi per la sicurezza collettiva, gli internati più pericolosi verranno ospitati in strutture più idonee per la cura; ma alla cura sarà associato l'elemento della garanzia della sicurezza per la collettività".
di Gianni Vigoroso
www.ottopagine.it, 12 aprile 2015
Presso la Casa Circondariale di Ariano Irpino si è assistito all'ennesima aggressione ai danni del Personale di Polizia Penitenziaria in servizio presso l'Istituto Arianese, a darne notizia è il Delegato Regionale Ettore Sommariva, l'ultimo episodio, risale al pomeriggio di ieri, quando un detenuto, dopo aver minacciato il personale in servizio di sorveglianza, si è barricato all'interno della stanza minacciando di darsi fuoco in caso di intervento da parte degli agenti.
"Dopo una lunga ed estenuante trattativa, si è proceduto a un intervento coatto ma il detenuto si è scagliato contro i due agenti intervenuti, costringendo successivamente a ricorrere alle cure mediche presso l'Ospedale Civile "Frangipane" di Ariano Irpino. Sono stati medicati e ritenuti guaribili in sette giorni.
"Un altro aspetto da non sottovalutare - ha aggiunto Sommariva - e la grave e cronica carenza di organico nell'istituto arianese, che costringe il personale a dover svolgere il proprio turno, coprendo più posti di servizio e ai minimi standard di sicurezza, mettendo a serio rischio la propria incolumità personale, tanto è vero che nella serata di ieri, non vi erano agenti disponibili a poter intervenire e garantire che l'Operazione fosse svolta in sicurezza. Ormai quotidianamente assistiamo a questi episodi che vedono vittime chi svolge umilmente e silenziosamente il proprio servizio per contribuire a garantire la Sicurezza al nostro Paese".
Corriere di Novara, 12 aprile 2015
Al ritorno dalle vacanze pasquali gli alunni della primaria "Gianni Rodari" di via Cavigioli hanno trovato una piacevole sorpresa anche a scuola. Ad accoglierli non solo i sorrisi delle insegnanti, ma anche aule, corridoi, spazi comuni e bagni del secondo piano rimessi a nuovo, completamente ritinteggiati grazie al lavoro svolto dai detenuti della Casa Circondariale di via Sforzesca, accompagnati dagli agenti della Polizia Penitenziaria, coordinati e supportati da Assa, impiegando il materiale necessario acquistato dal Comune di Novara ed esprimendo la loro contentezza per aver potuto contribuire a migliorare gli ambienti scolastici anche scrivendo sulle lavagne messaggi di saluto e augurio per i bambini.
L'attività si è svolta dal 2 al 7 aprile nell'ambito delle "Giornate di recupero ambientale", protocollo che vede coinvolti Comune di Novara, Magistratura di Sorveglianza, Casa Circondariale, Ufficio esecuzioni penali esterne e Assa e che prevede l'impiego dei detenuti per lavori di pulizia e riordino di aree e strutture pubbliche. "Sono molto soddisfatto dei risultati dell'iniziativa che Assa ha promosso lo scorso anno e che sta consentendo la realizzazione di importanti opere per la comunità", sottolinea il presidente di Assa, Marcello Marzo.
Nella giornata di conclusione dei lavori hanno fatto un sopralluogo il vicesindaco Nicola Fonzo e l'assessore Elia Impaloni. Il sindaco Andrea Ballarè ha ribadito il grande valore di questo tipo di iniziativa "che - ha detto - vogliamo riproporre e potenziare".
Ai ragazzi la coordinatrice del plesso, Cristina Staurenghi, e tutte le insegnanti hanno illustrato la valenza del progetto di cui ha potuto beneficiare la loro scuola e che unisce al lavoro di pubblica utilità come occasione di riscatto per i detenuti, il beneficio per la collettività che in questo caso è direttamente apprezzato dagli alunni e da tutte le loro famiglie oltre che dalle insegnanti e da tutto il personale della Rodari.
Un giudizio positivo lo ha espresso anche la Dirigente Scolastica dell'Istituto Comprensivo "Fornara Ossola", Fabia Scaglione, soddisfatta del lavoro svolto che ha seguito anche con sopralluoghi. Allo stabile di Via Cavigioli sono stati fatti dal Comune, edilizia scolastica, anche altri lavori di manutenzione, quali la verniciatura della recinzione, la sistemazione dell'area verde e la realizzazione del canale di scolo. "Ci auguriamo - commenta la dirigente scolastica - che gli interventi vengano completati, come previsto, alla chiusura dell'anno scolastico, quando si proseguirà con la tinteggiatura di aule, laboratori, spazi comuni e bagni di primo piano e seminterrato. L'anno prossimo speriamo in un intervento per la Scuola secondaria di primo grado, magari sempre tramite questo progetto che è molto utile alla collettività e che persegue il reinserimento lavorativo e sociale dei detenuti".
La scuola Rodari ha anche aderito all'attività promossa dalla Commissione di Rete per l'Educazione Ambientale e Assa ha tenuto gli incontri di educazione alla sostenibilità ambientale, quest'anno collegati alla sostenibilità dell'alimentazione quale tema conduttore di Expo 2015, alle classi 2A, 2B, 3B, 4A, 5A.
La Stampa, 12 aprile 2015
Denuncia del Sappe: un marocchino di 35 anni, durante le operazioni di consegna degli oggetti personali per l' ingresso nel penitenziario, si è svincolato dalla scorta. La polizia penitenziaria del carcere di Alessandria ha sventato un tentativo di evasione da parte di un detenuto marocchino di 35 anni che "durante le operazioni di consegna degli oggetti personali per il suo ingresso nel penitenziario, si è svincolato dalla scorta e ha tentato di fuggire. Solo dopo alcune centinaia di metri, grazie alla professionalità del personale è stato bloccato e condotto in carcere". A darne notizia è il Sappe, Sindacato autonomo di polizia penitenziaria. "Alle 15,40 circa - spiega il segretario Donato Capece in una nota - è giunto dinanzi all'ingresso dell'istituto di piazza Don Soria di Alessandria, un pullman della polizia penitenziaria proveniente dal carcere di Asti. A bordo dell'autobus, c'erano molti detenuti", tra i quali il protagonista della tentata evasione.
La Repubblica, 12 aprile 2015
Dalla periodica nota di "Nessuno tocchi Caino", l'Ong italiana affiliata al Partito Radicale Transnazionale, che si batte da sempre per l'attuazione della moratoria universale della pena di morte e la lotta contro la tortura, si apprendono notizie legate alla pratica delle condanne e delle esecuzioni capitali in atto in tutto il mondo. Eccone qui di seguito una breve sintesi.
Pakistan
Altri cinque impiccati. Cinque prigionieri sono stati impiccati in Pakistan, portando cosi a 69 il numero delle esecuzioni da quando sono riprese nel dicembre 2014.
Il 7 aprile Jafar alias Kali è stato giustiziato nel carcere di Sahiwal. Era stato condannato nel 2000 per aver ucciso due fratelli, Khalil e Sadia, per una disputa sulla terra nel 1997. Sempre il 7 aprile, Tayyab Ghulam Nabi, è stato impiccato nel carcere di Kot Lakhpat a Lahore. Era stato condannato da un tribunale distrettuale a Toba Tek Singh per aver ucciso Abrar durante una rissa nel 2002. Le loro istanze di revisione erano state respinte dai tribunali di appello, mentre quelle alla clemenza sono state rigettate dal Presidente del Pakistan.
Ancora il 7 aprile, un detenuto del braccio della morte identificato come Sikander, è stato impiccato nel carcere centrale di Bahawalpur. Era condannato da una corte marziale, dopo essere stato riconosciuto colpevole di aver ucciso un collega a Rawalpindi nel 2002. L'8 aprile è stato giustiziato nel carcere Machh Ameer Hamza, che era stato condannato a morte da un tribunale anti-terrorismo a Sibi nel 2004, dopo essere stato riconosciuto colpevole di aver ucciso un uomo a Harnai nel corso di una disputa minore nel 1995. Il suo appello alla clemenza era stato respinto dal Presidente Mamnoon Hussain il 30 marzo. Hamza sarebbe il primo prigioniero a essere impiccato nel Balochistan negli ultimi sette anni. Il 9 aprile un altro condannato per omicidio è stato giustiziato nel carcere di Adiala a Rawalpindi. Raja Mushtaq Ahmed era stato trovato colpevole di duplice omicidio.
India
Tre condannati all'impiccagione per stupro. Un tribunale indiano ha condannato all'impiccagione tre uomini in relazione allo stupro di un fotoreporter, avvenuto lo scorso anno all'interno di una filanda abbandonata a Mumbai. Un quarto imputato è stato condannato al carcere a vita, ha detto il procuratore Ujjwal Nikam all'agenzia di stampa Reuters. Il procuratore ha detto di aver chiesto la condanna a morte ai sensi della severa legge anti-stupro introdotta sulla scia dell'indignazione pubblica per uno stupro di gruppo letale avvenuto a New Delhi nel 2012. "Questo è il primo caso in India in cui la pena di morte è stata data agli imputati pur essendo rimasta viva la vittima", ha detto Nikam. "Un messaggio forte alla società". In un altro caso, gli stessi tre uomini erano stati giudicati colpevoli lo scorso mese di aver violentato un operatore di call-center nello stesso mulino abbandonato nel luglio 2013, alcuni mesi prima dell'aggressione al fotogiornalista. Nikam ha descritto i tre come delinquenti abituali. Per il giudice Shalini Phansalkar-Joshi il crimine era di natura diabolica e la punizione invierà un messaggio forte alla società.
Oklahoma (Usa)
Il Parlamento approva la camera a gas. Il Senato ha approvato l'uso dell'azoto come metodo di riserva per compiere le esecuzioni. La Camera aveva approvato lo stesso ddl il 3 marzo scorso. La legge va ora alla firma della governatrice Mary Fallin, Repubblicana, che non ha ancora preso una posizione pubblica su questa norma. L'azoto è il gas inerte, di per sé non velenoso, che compone per il 79% l'aria che respiriamo, assieme al 21% di ossigeno. Una camera a gas che venisse riempita di azoto provocherebbe la morte non per "avvelenamento", come avveniva nelle vecchie camere a gas che utilizzavano il cianuro, ma per asfissia per totale mancanza di ossigeno. Ma il metodo primario resta l'iniezione. Il ddl prevede che il metodo di esecuzione primario rimanga l'iniezione letale, ma nel caso tale metodo venisse dichiarato incostituzionale, o risultasse impossibile reperire i farmaci letali, il metodo "di riserva" sarebbe l'utilizzo della camera a gas ad azoto. Attualmente il metodo di riserva è la sedia elettrica, seguita dalla fucilazione. Questi metodi passerebbero rispettivamente al 3° e 4° posto. Questo ddl è stato presentato dal deputato repubblicano Mike Christian.
Texas (Usa)
Giustiziato Kent Sprouse. Kent Sprouse, 42 anni, bianco, è stato giustiziato in Texas. Era accusato di aver ucciso, il 6 ottobre 2002, durante una rapina in un negozio, l'agente di polizia Harry Steinfeldt, e Pedro Moreno, un passante scambiato per un poliziotto in borghese. Venne condannato a morte il 1° marzo 2004 per la morte del poliziotto, non è mai stato processato per il secondo omicidio. I suoi difensori non avevano presentato i tradizionali "appelli dell'ultima ora". L'esecuzione è avvenuta apparentemente senza problemi, con una overdose di Pentobarbital. Sprouse diventa il 5° giustiziato di quest'anno in Texas, il 523° da quando il Texas ha ripreso le esecuzioni nel 1982, l'11° dell'anno negli Usa, e il n° 1405 da quando gli Usa hanno ripreso le esecuzioni nel 1977.
Nova, 12 aprile 2015
Quattordici membri dei Fratelli musulmani, fra cui la guida suprema Mohamed Badea, sono stati condannati a morte da un tribunale egiziano con l'accusa di aver organizzato un gruppo terroristico. La sentenza è sospesa, come vuole la legge in Egitto, fino all'assenso da parte dell'autorità religiosa. Nello stesso processo, altri 37 membri della Fratellanza sono stati condannati al carcere a vita. L'ergastolo è stato comminato anche a Mohamed Sultan, che avrebbe attuato uno sciopero della fame di 414 giorni, nel corso dei quali è stato mantenuto in vita con l'alimentazione forzata, per protestare contro la sua detenzione.
È stato condannato a morte invece suo padre, Salah Sultan, noto predicatore e membro della Fratellanza. Secondo l'accusa, i condannati avrebbero organizzato un gruppo eversivo denominato "Sala operativa di Rabaa" l'anno scorso durante una manifestazione di protesta a sostegno del deposto presidente islamista Mohamed Morsi. Il gruppo si prefiggeva di attaccare sedi della polizia, strutture statali e chiese cristiane in tutto il paese e in particolare nell'Alto Egitto, dove oltre 70 luoghi di culto non islamici sono stati dati alle fiamme dopo la repressione da parte delle autorità egiziane delle proteste pro-Morsi.