di Enrico Bronzo
ilsole24ore.com, 13 giugno 2019
L'Italia deve rivedere la legge che regola il carcere a vita, perché viola il diritto del condannato a non essere sottoposto a trattamenti inumani e degradanti. Così la Corte europea dei diritti umani in una sentenza che in assenza di ricorsi sarà definitiva tra tre mesi. La decisione riguarda il caso di Marcello Viola, condannato per associazione mafiosa, omicidi e rapimenti, in prigione da inizio anni Novanta. La sentenza non implica la liberazione di Viola a cui l'Italia deve versare 6mila euro per i costi legali.
corriere.it, 13 giugno 2019
La sentenza della Corte europea dei diritti umani riguarda il caso di Marcello Viola, condannato per associazione mafiosa, omicidi e rapimenti, in prigione da inizio anni Novanta. L'associazione Nessuno tocchi Caino: "Pronunciamento storico".
di Maurizio Tortorella
panorama.it, 13 giugno 2019
I giudici della Corte europea dei diritti dell'uomo stabiliscono che l'ergastolo ostativo italiano è una "punizione inumana". La Corte europea dei diritti umani ha chiesto oggi all'Italia di rivedere le sue norme in materia di ergastolo ostativo. La Corte ha infatti affermato che l'ergastolo ostativo è contrario all'art 3 della Convenzione europea per i diritti umani, che vieta i trattamenti e le punizioni inumane e degradanti. In assenza di ricorsi, la sentenza diverrà definitiva in tre mesi.
ilfattoquotidiano.it, 13 giugno 2019
La decisione riguarda il caso di Marcello Viola, condannato per associazione mafiosa, omicidi e sequestri. Il condannato aveva fatto ricorso contro il suo ergastolo ostativo, che, secondo la Corte europea, viola l'articolo 3 della Convenzione dei diritti umani. Il verdetto è inerente al fatto che chi è condannato al carcere a vita non può ottenere alcun beneficio, a meno che non collabori con la giustizia.
di Raffaello Binelli
ilgiornale.it, 13 giugno 2019
La Corte europea dei diritti umani nella sentenza sul caso di Marcello Viola stabilisce che è "inammissibile privare le persone della libertà senza impegnarsi per la loro riabilitazione e senza fornire la possibilità di riconquistare quella libertà in una data futura". La dicitura "fine pena mai" deve scomparire dai certificati dei detenuti. Secondo la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, infatti, le disposizioni che regolano l'ergastolo ostativo violano l'articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani (divieto di trattamenti degradanti e inumani) e il generale rispetto della dignità umana, alla base della Convenzione stessa.
rainews.it, 13 giugno 2019
Secondo la Corte europea dei diritti umani l'ergastolo ostativo, il cosiddetto 'fine pena mai', è contrario all'articolo tre della Convenzione europea per i diritti umani Tweet 13 giugno 2019 Le disposizioni che in Italia regolano la pena dell'ergastolo ostativo, più comunemente noto con l'espressione "fine pena mai", violano l'articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani (divieto di trattamenti degradanti e inumani) e il generale rispetto della dignità umana, alla base della Convenzione stessa.
di Chiara Surano
thesocialpost.it, 13 giugno 2019
La Corte europea dei diritti dell'uomo ha emesso sentenza ed è contro l'Italia. Nel mirino dei giuristi c'è il già discusso ergastolo ostativo, ben diverso dall'ergastolo semplice, un problema che risorge insieme al nome di Marcello Viola.
Ergastoli ed ergastoli - A richiamare l'Italia sono stati i giuristi di Strasburgo che ritornano su un argomento certo non nuovo alle discussioni: l'ergastolo ostativo. Secondo quanto pronunciato dai giuristi della Corte di Strasburgo, attraverso una sentenza, l'ergastolo ostativo - previsto dalla legge italiana - violerebbe il terzo articolo della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali: "nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti".
Strasburgo condanna l'Italia - A portare a galla il dibattito sull'ergastolo ostativo è la sentenza emessa dalla Corte di Strasburgo in ambito Marcello Viola, in carcere dagli anni '90 e condannato all'ergastolo ostativo per associazione mafiosa, omicidi e rapimenti. Quello che viene imputato all'Italia è la violazione dei diritti previsti dalla convenzione per come l'ergastolo ostativo stesso è strutturato. Al contrario dell'ergastolo semplice, l'ergastolo ostativo (anche chiamato "fine pena mai") non consente al condannato di usufruire di quei benefici quali permessi premio, assegnazione del lavoro all'esterno, misure alternative alla detenzione che sono invece previste all'ergastolano semplice che, generalmente, non sconta mai in toto la sua condanna.
L'incostituzionalità imputata all'ergastolo ostativo - L'ergastolo ostativo è la massima pena prevista per reati particolarmente gravi quali terrorismo e associazione mafiosa, come nel caso di Marcello Viola. L'unico caso in cui l'ergastolo ostativo può essere derubricato ad ergastolo semplice prevede la collaborazione con la giustizia da parte del condannato, solitamente chiamati per l'appunto "pentiti".
Italia condannata a 6mila euro di risarcimento - Come già fatto notare da numerosi costituzionalisti ante sentenza, l'ergastolo ostativo entrerebbe in contrasto con il principio della rieducazione della pena, divenendo dunque incostituzionale. È questo il motivo per cui l'Italia è stata condannata quest'oggi dalla Corte Europea a versare 6mila euro, i costi delle spese legali, a Marcello Viola che non otterrà però la liberazione.
adnkronos.com, 13 giugno 2019
Secondo la Corte europea dei diritti umani l'ergastolo ostativo, il cosiddetto 'fine pena mai', è contrario all'articolo tre della Convenzione europea per i diritti umani che vieta i trattamenti e le punizioni inumane e degradanti. La sentenza della Corte di Strasburgo è relativa al caso di Marcello Viola, condannato all'ergastolo per associazione mafiosa, omicidi e rapimenti. La sentenza non comporta la liberazione di Viola, ma l'Italia è condannata a pagargli 6mila euro di spese legali.
di Laura Melissari
tpi.it, 13 giugno 2019
La Corte europea dei Diritti umani ha chiesto all'Italia di rivedere la legge sull'ergastolo. Secondo la Corte di Strasburgo, la legge italiana viola il diritto dei condannati a non essere sottoposti a trattamenti inumani e degradanti. Se non vi saranno ricorsi, la sentenza della Cedu, sarà definitiva tra tre mesi. La decisione di Strasburgo arriva in seguito al caso di Marcello Viola, condannato per associazione mafiosa, omicidi e rapimenti, in carcere dall'inizio degli anni Novanta. L'Italia deve versare 6mila euro per i costi legali a Marcello Viola.
L'associazione 'Nessuno tocchi Caino' definisce la sentenza della Corte Europea per i Diritti Umani sull'ergastolo ostativo un "pronunciamento storico". "Secondo la Corte l'ergastolo ostativo è una forma di punizione perpetua incomprimibile. Con questa sentenza la CEDU svuota l'art 4 bis dell'ordinamento penitenziario, che prevede uno sbarramento automatico ai benefici penitenziari, alle misure alternative al carcere e alla liberazione condizionale in assenza di collaborazione con la giustizia. La CEDU fa cadere la collaborazione con la giustizia ex art 58 ter o.p, come unico criterio di valutazione del ravvedimento del detenuto. La Corte considera inoltre questo un problema strutturale dell'ordinamento italiano e chiede che si metta mano alla legislazione in materia".
"Il successo alla Corte EDU è il preludio di quel che deve succedere alla Corte Costituzionale italiana che il 22 ottobre discuterà l'ergastolo ostativo a partire dal caso Cannizzaro, nel quale Nessuno tocchi Caino è stato ammesso come parte interveniente - spiega il segretario Sergio d'Elia -. Il pensiero non può non andare che a Marco Pannella, al suo Spes contra Spem che ci ha animati e nutriti in questi anni, e ai detenuti di Opera protagonisti del docu-film di Ambrogio Crespi "Spes contra Spem - Liberi dentro" che contro ogni speranza sono stati speranza, con ciò liberando oltre che se stessi anche le menti dei giudici di Strasburgo". L'ergastolo nell'ordinamento italiano è regolato dall'articolo 17 e seguenti del codice Penale. L'articolo 22 C.p. dice che "la pena dell'ergastolo è perpetua, ed è scontata in uno degli stabilimenti a ciò destinati, con l'obbligo del lavoro e con l'isolamento notturno".
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 13 giugno 2019
"Come si può parlare di reinserimento quando a noi, durante la detenzione, scade il permesso di soggiorno e, una volta usciti, finiamo nella clandestinità?". È una delle tante domande che i detenuti pongono ai giudici della Consulta nel film di Fabio Cavalli sul "Viaggio nelle carceri della Corte Costituzionale".